"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza" di A. Gramsci.

venerdì 14 aprile 2017

Scorie nucleari senza controllo: si accumulano rischi alla sicurezza, costi in bolletta e probabili licenziamenti

Siamo quasi alla paralisi dei lavori sulla messa in sicurezza dei lasciti radioattivi. Un
rallentamento che determina i ritardi nei crono programmi per lo smantellamento dei centri nucleari italiani. Con la conseguenza che aumentano i rischi per la sicurezza dei cittadini.

Il motivo come al solito sembra essere legato alla burocrazia anche se dietro questo disfunzionamento potrebbero celarsi interessi economici e politici enormi. 

Certamente non è comprensibile l’indifferenza e il disinteresse della politica verso un argomento cosi delicato, pagato con circa 150 milioni di euro in bolletta ogni anno come un pozzo senza fine.

Ma cerchiamo di capire perché i lavori si stanno fermando.


Attualmente il controllo e le autorizzazioni per le attività di smantellamento degli 8 centri nucleari, di altri depositi come il Cemerad e delle altre attività radiologiche legate al settore sanitario ed industriale, sono tenute dal dipartimento nucleare dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che dispone di uno scarso numero di personale.

 
Mappa centri nuclari in Italia
Solo 35 persone, con elevata un’età media, dovrebbero controllare tutte le numerose attività di smantellamento realizzate dalla Sogin. 


Ai fini del recepimento delle direttive europee, nel 2014 l’Italia adotta le disposizioni per rinforzare l’attività del dipartimento nucleare dell’ISPRA che avrebbero dovuto essere trasferite nel Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare (ISIN), un ente con la piena di autonomia e indipendenza sul controllo.


L’ISIN è composta da un direttore ed una consulta. Dopo la figura sulla nomina di Agostini, il Governo ad ottobre 2016 propone la nomina di Maurizio Pernice (direttore), Stefano Laporta, Laura Porzio, Vittorio d'Oriano (componenti della consulta). Nonostante il via delle alle commissioni parlamentari competenti ad oggi dell’ISIN non si sa più nulla o quasi.


Sappiamo che per renderlo operativo, oltre ad attendere il decreto di pubblicazione delle nomine è necessaria una nuova legge. Serve una norma che inquadri il personale, le tipologie di assunzioni, dei trasferimenti ed altro. 


Fino a quando non ci sarà una nuova legge tutto rimarrà come prima: si accumuleranno i

ritardi, i rischi per la sicurezza e i costi. Una situazione intollerabile che non può lasciarci indifferenti!

Se non vengono autorizzati i progetti di smantellamento si rallentano le attività di messa in sicurezza di Sogin (mettendo a rischio anche l’impiego del personale) mentre vengono dilatati i costi. Questo non avviene solamente al centro Itrec di Rotondella (MT) ma anche negli altri centri.


In questa situazione esplosiva sarebbe opportuno che il Governo e il legislatore non perdano altro tempo per intervenire.

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