"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza" di A. Gramsci.

mercoledì 21 gennaio 2009

Soglia passa la mano slittano gli incontri sulla vertenza villaggi

Dal 22 dicembre l'on. Gerardo Soglia, eletto con il Pdl in Campania, non è più il socio di riferimento del Soglia Hotel Group srl. Da quella data, l’ex numero 1 del gruppo che ha acquistato nel novembre 2007 marchio e proprietà della ex Cit Holding (compresi l’Hotel Portogreco, da 600 posti letto, ed il villaggio Torre del Faro, 1200 posti letto, attivi sul litorale di Scanzano Jonico) è soltanto un socio di minoranza. Lo ha comunicato al ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, ed ai sindacati di categoria aderenti a Cgil, cisl, Uil, ed al sindacato autonomo Sdl, il nuovo amministratore delegato, Roberto Onesti. Causa immediata del cambio al vertice, lo slittamento degli incontri già programmati in sede romana al Ministero del Lavoro, per discutere della cassa integrazione decisa unilateralmente dalla società per 246 dipendenti fissi su 290 (20 a Scanzano Jonico) per un anno dal primo gennaio scorso, ed al Ministero delle Attività produttive, per affrontare la questione del Piano industriale e del rilancio delle attività della holding turistica. Non è stata la prima volta, tuttavia, che il Gruppo ha disertato incontri in sede ministeriale con le rappresentanze sindacali. Il perché, come già evidenziato, sta nella nota fatta pervenire dalla srl, oltre che al ministro Scajola, anche al commissario straordinario della Cit, Antonio Nuzzo, ed alle sigle sindacali citate, in cui si è stato chiesto lo slittamento del summit del 14 gennaio scorso. «L'ex socio di riferimento - si legge nella lettera - l’on. Gerardo Soglia possiede, ad oggi, una quota di capitale minoritaria. Lo stesso on. Soglia ha formalizzato le sue dimissioni da amministratore della Soglia Hotel Group e l’as - semblea dei soci ha nominato il sottoscritto, Roberto Onesti, amministratore delegato». Carica che lo stesso Onesti ha accettato l’8 gennaio scorso. Nella sua nota, il neo amministratore delegato ha spiegato che «il 27 gennaio prossimo (prima data utile in considerazione dei vincoli posti nell’atto di pegno di quote dal creditore pignoratizio, Unicredit Corporate Banking) è convocata l’assemblea dei soci per discutere, tra l’altro, dello stato e delle prospettive del business industriale, della vertenza in atto, nonchè della regolarizzazione della debitoria con i dipendenti. In questa situazione non è possibile predisporre un Piano industriale da proporre ai sindacati». Da qui, la richiesta, accettata, di slittamento del summit al 2 febbraio. Cosa accadrà?
Dalla Gazzetta Filippo Mele

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