Più che valorizzare il patrimonio immobiliare comunale, il punto 4 discusso nell’ultimo Consiglio Comunale a mostrato ancora una volta l’incapacità della gestione amministrativa del Sindaco di Scanzano J.co Iacobelis. Per questo il nostro gruppo a ritenuto di dover votare contro la vendita dei beni comunali, in particolare alla dismissione dell’ex Municipio di via Giovanni XXII, oggi sede di una scuola privata.
La contrarietà è maturata dalla consapevolezza che il bene dimesso poteva essere valorizzato attraverso un miglior impiego. Con la diligenza del buon padre di famiglia si sarebbe potuta realizzare la scuola superiore, che da 3 anni l’Amministrazione si era impegnata ad aprire, o meglio, avremmo potuto utilizzare l’immobbile per ridurre il disagio che vive la scuola elementare, oggi ancora in una situazione molto precaria con gravi problemi per la funzione della didattica. Il Comune di Scanzano J.co non vanta un elevato patrimonio immobiliare e se non si sa gestire quel poco che si ha vuol dire che c’è incapacità di Amministrare.
La motivazione della dismissione del patrimonio pubblico comunale è fondata dalla necessità di fare cassa per coprire i debiti, essendo stretti nella morsa del meccanismo tributario che non permette alcun margine di fare cassa per l’amministrazione se non per mezzo della vendita dei beni: conseguenza della convenzione mantenuta con l’Arit, che con molti dubbi per noi, si vuole far decadere dopo 3 anni che è stata mantenuta.
La contrarietà è maturata dalla consapevolezza che il bene dimesso poteva essere valorizzato attraverso un miglior impiego. Con la diligenza del buon padre di famiglia si sarebbe potuta realizzare la scuola superiore, che da 3 anni l’Amministrazione si era impegnata ad aprire, o meglio, avremmo potuto utilizzare l’immobbile per ridurre il disagio che vive la scuola elementare, oggi ancora in una situazione molto precaria con gravi problemi per la funzione della didattica. Il Comune di Scanzano J.co non vanta un elevato patrimonio immobiliare e se non si sa gestire quel poco che si ha vuol dire che c’è incapacità di Amministrare.
La motivazione della dismissione del patrimonio pubblico comunale è fondata dalla necessità di fare cassa per coprire i debiti, essendo stretti nella morsa del meccanismo tributario che non permette alcun margine di fare cassa per l’amministrazione se non per mezzo della vendita dei beni: conseguenza della convenzione mantenuta con l’Arit, che con molti dubbi per noi, si vuole far decadere dopo 3 anni che è stata mantenuta.
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