A volte a pensar male ci si azzecca?
Sicuramente approfondire gli argomenti è sempre un
esercizio utile, in particolare se il confronto diventa sincero e trasparente.
Senza grandi pretese proviamo a farlo noi qui su "Politicamente
Attivi". Lo spirito è quello di contribuire a rendere più limpido il
dibattito sul petrolio in Basilicata, un argomento centrale per il futuro del
nostro territorio che vive di agricoltura e turismo, proiettato al 2019 con
Matera Capitale della Cultura europea.
Siamo tutti a conoscenza che con la delibera di giunta regionale del 17 luglio è stato riaperto il Centro Olio Val d'Agri (COVA) - ENI
a Viggiano (PZ).
Una decisione importante che merita una lettura attenta.
Avevamo già scritto delle
prescrizioni indicate a giugno dall'Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale (ISPRA) in considerazione delle disposizioni normative sulla
protezione e la tutela dell'Ambiente. Il rispetto delle prescrizioni da parte
dell'ENI sono determinanti per il riavvio e l'esercizio del COVA.
Figura 1 - D.G.R n. 733 del 17 luglio 2017, Regione Basilicata |
Successivamente, in seguito alla
richiesta del 5 luglio da parte dell'ufficio di Compatibilità Ambientale della
Regione Basilicata, l'ISPRA trasmette la Relazione istruttoria di verifica di
ottemperanza delle prescrizioni propedeutiche per il riavvio del COVA nella
quale "viene analizzata la conformità della documentazione trasmessa dalla
Società rispetto alle prescrizioni propedeutiche al riavvio dell'impianto".
La Relazione viene inserita nel
corpo della delibera regionale come "Allegato B" e afferma che
"si ritiene che il Gestore abbia ottemperato alle prescrizioni propedeutiche
al riavvio dell'impianto (Figura 1).
Sarà vero?
Figura 2 - D.G.R n. 733 del 17 luglio 2017, Regione Basilicata |
A pagina 13 delle 17 della
Relazione, la prescrizione numero 3 di ISPRA chiede "una descrizione dello scenario di impatto sull'ambiente
che tali rilasci potrebbero generare e delle eventuali contromisure di
prevenzione e protezione dell'ambiente" (Figura 2).
Il Gestore risponde di fornire un primo riscontro alla proposta di prescrizione. Indica
inoltre, che l'acquifero superficiale ed i terreni ... presentano evidenze di
contaminazione riconducibili agli idrocarburi fuoriusciti dal serbatoio D,
"tuttavia l'entità e la significatività degli
impatti conseguenti sono ancora in fase di valutazione" (Figura 3).
Figura 3 - D.G.R n. 733 del 17 luglio 2017, Regione Basilicata |
Personalmente ritengo la risposta
del Gestore non conforme alla prescrizione dell'ISPRA.
Leggiamo attentamente questa parte.
Se gli impatti sono ancora in fase
di valutazione vuol dire che non è possibile descrivere l'impatto stesso, cosi
come richiesto da ISPRA.
Non possiamo considerare esaustiva questa
risposta del Gestore rispetto alla prescrizione ISPRA che chiede una descrizione dello scenario di impatto sull'ambiente.
Affermare che l'entità e la significatività degli impatti conseguenti sono
ancora in fase di valutazione non può essere ritenuta una descrizione
sufficiente.
ISPRA e Regione Basilicata avrebbero
dovuto chiedere una descrizione dell'impatto più dettagliata, almeno chiederla
di riceverla entro un termine certo, ed autorizzare il riavvio e l'esercizio
dell'impianto solamente quando la descrizione è realmente esaustiva, facendo
conoscere ad esempio quante sono le tonnellate di olio disperse e qual è stato
l'impatto sull'ambiente.
La Giunta della Regione Basilicata
avrebbe dovuto quantomeno inserire questi aspetti nel testo della delibera tra
le altre prescrizioni.
Informazioni necessarie per ripristinare
una verità che tutti i Lucani e non solo hanno il diritto di conoscere, prima
di riavviare le attività del COVA.
Mica vorrete darcela a berecon il petrolio? Per raggiungere i 5000 mancano ancora 88 firme. Aiutaci a sostenere la petizione per chiudere i pozzi di petrolio in Basilicata: http://bit.ly/2slS7KE
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