L’ordine è decarbonizzare
entro il 2045.
L’attacco contro l’emissioni
di anidride carbonica venne annunciato alle Nazioni Unite lo scorso anno dal
Primo Ministro svedese Stefan Lofven. Per rispettare l’impegno il Governo ha costituito una task the force tutta al femminile guidata dal Ministro per il
clima Isabella Lovin.
Il Ministro Isabella Lovin e la sua squantra antiemissioni |
La decisione è stata presa per
migliorare le condizioni ambientali e sanitarie con la consapevolezza di
ridurre la dipendenza energetica del gas della Russia.
L’obiettivo zero emission sarà centrato attraverso l’applicazione
di una serie di misure che riguarderanno tutti i settori delle attività
produttive e non solo. E’ previsto il taglio dell’85% dell’emissioni e un
programma di piantumazione di alberi o di investimenti green all’estero per compensare la rimanente parte. Il Piano suddiviso
per quadriennio è stato approvato con il sostegno di tutte le forze politiche
ed entrerà in vigore dal 1 gennaio 2018.
Deposito geologico dei rifiuti radiattivi |
Certamente dobbiamo tener
presente che circa la metà dell’energia elettrica in Svezia proviene dal
nucleare. Una fonte in fase di chiusura per cui è previsto lo stoccaggio dei
rifiuti prodotti presso il deposito
di Onkalo (tradotto significa posto nascosto) in fase di realizzazione nell’isola
di Olkiluoto. Il progetto dovrebbe entrare in funzione nel 2020 ed essere
riempito di rifiuti nucleari del Paese entro il 2120. L’opera, prevista per
durare 100.000 anni, ci porta in un’altra eternità.
Una esperienza di grande
trasparenza e professionalità che le future generazioni svedesi, e non solo, potranno
valutare per noi. Lontano dal modello italiano: un sistema nucleare che ha
generato qualche kWh di energia e scorie radioattive in cerca di un destino che
non troverà mai luogo se verrà imposto come hanno provato a fare a “Scanzano”
.
Quella svedese è una realtà
che deve far riflettere sull’irrazionalità presente nei modi di far le cose in
alcuni luoghi, in particolare del Mezzogiorno.
Si crede ancora che l’estrazione
degli idrocarburi fosse una ricchezza, inconsapevoli del fatto che il mondo è
cambiato.
Si pensa di avere la forza per
imporre al territorio il deposito di rifiuti nucleari, ignorando la vita di chi
quel territorio lo ha reso fertile.
Diciamocelo, abbiamo ancora molto
da imparare dalla civiltà. Un corso di “politica svedese” ai nostri
amministratori non farebbe per niente male.
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