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mercoledì 1 aprile 2009

Sono stati rinviati a giudizio per abuso d’ufficio in concorso fra loro dal gip del Tribunale di Matera, Rosa Bia, undici persone residenti nel comune

Sono stati rinviati a giudizio per abuso d’ufficio in concorso fra loro dal gip del Tribunale di Matera, Rosa Bia, undici persone residenti nel comune del Metapontino. Tra di loro l’ex sindaco Mario Altieri, ora editore televisivo, l’ex vice sindaco ed attuale consigliere provinciale di An, Carmine Sabatino Casulli, gli ex assessori Leonardo Marone e Francesco Puppio, tutti esponenti della Giunta municipale in carica il 25 maggio 2006. Si tratta del governo cittadino che ha preceduto quello attuale guidato da Salvatore Iacobellis (Pd). Con i quattro amministratori sono imputati anche Giovanni Lapolla, all’epoca responsabile del settore gestione delle risorse finanziarie dell’ente locale, e Rocco Luigi Dichio, nella sua qualità di capo del settore tecnico. Le altre persone rinviate a giudizio sono Antonio Cariello, Maria Colasurdo, Nicola Colucci, Antonio Mairo Brizio e Franca Santo, che sarebbero stati, secondo l’accusa, i beneficiari della deliberazione n.67 adottata dalla giunta Altieri il 25 maggio 2006. «In particolare - si legge nel decreto a firma del giudice Bia - con tale deliberazione, adottata in violazione di legge due giorni prima dell’ultima consultazione elettorale amministrativa, si consideravano i terreni di proprietà dei cinque coimputati con amministratori e tecnici non soggetti a tassazione Ici come aree fabbricabili ma come terreni agricoli, nelle more di autorizzazione della convenzione urbanistica. E ciò in quanto, pur ricadendo in zone soggette a lottizzazione convenzionata di iniziativa privata, approvata dal Comune, non era stata ancora stipulata la convenzione per rendere esecutivo il piano di lottizzazione». Insomma, i terreni agricoli ricadenti nel Prg non avevano ancora prodotto le loro possibilità edificatorie. «Con la stessa delibera - continua il dispositivo di rinvio a giudizio - si disponeva, altresì, l’annullamento o rettifica degli avvisi di accertamento Ici eventualmente emessi per tutte le annualità accertate (dal 1981) invitando l’Arit (la società concessionaria della riscossione dei tributi locali, ndr) alla restituzione delle somme eventualmente già riscosse. Sicchè - conclude il gip Bia - intenzionalmente procuravano (amministratori e tecnici, ndr) un ingiusto vantaggio patrimoniale ai proprietari dei terreni che non pagavano l’Ici per terreni edificatori bensì per terreni agricoli mentre non estendevano tale delibera ad altri terreni siti nello stesso comparto edilizio, ma di proprietà dell’Alsia (Agenzia lucana per lo sviluppo agricolo, ndr)». Parte offesa è il Comune di Scanzano.

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