"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza" di A. Gramsci.

sabato 25 marzo 2017

Dai parchi per lo sviluppo locale. Ma senza binari morti.



La Basilicata ha una grande opportunità: la presenza di parchi naturali che aiuteranno l’economia locale nel suo sviluppo sostenibile. Risorse fondamentali che devono essere impiegate al meglio per produrre benefici capaci di contrastare lo spopolamento e l’abbandono del territorio. 

Foto Escursione Parco del Pollino di Trekking.it
Protagonisti di questa sfida sono tutte le comunità che vivono il luogo. Sono i cittadini, le Associazioni, le Attività Produttive e le Amministrazioni locali, responsabili della pianificazione e della gestione gli investimenti pubblici.
Una dimensione familiare, fortemente legata alla terra, che si esprime localmente in forme diverse con esperienze anche contrastanti ma con un bilancio complessivamente positivo. 

Ritengo apprezzabile l’esperienza realizzata intorno a Castel Mezzano (PZ) e Pietra Pertosa (PZ). Oltre alla loro bellezza e al “Volo dell’angelo” forniscono una serie di servizi di trekking ed escursionismo sulle vette della Basilicata. 

Castel Mezzano (PZ)
 Se qualcuno facesse un’indagine sulla presenza in Basilicata di altre esperienze meritevoli e di successo l’elenco sarebbe lungo.

Probabilmente sconosciute ai Lucani ma viste ed apprezzate da tutto il mondo grazie alla rete.
Buone pratiche sulle quali le comunità locali dovrebbero confrontarsi. Conoscere e capire prima di realizzare interventi che potrebbero essere considerati negativi ed inutili per il territorio.

Il sentiero delle traversine
Un caso, è il “sentiero delle traversinecommissionato dal comune di Valsinni (MT) e realizzato sul Monte Coppolo nel Parco nazionale del Pollino che mezzo mondo ci invidia. L’idea di utilizzare le traversine ferroviarie non sembra razionale. Seppur si trattasse di traversine “sanificate”, come qualcuno vorrebbe far credere, i dubbirimangono. Teniamo presente che in altri luoghi in cui erano state impiegate le traversine sono state rimosse.
 
Secondo i camminatori del luogo, la presenza di questi “scalini” peggiora – di molto - la fruibilità del sentiero, in quanto la loro inutile presenza anche nei tratti piani o in solo leggera salita si  accompagna, inevitabilmente, all’impossibilità di mantenere una marcia fluida e regolare, spezzando la camminata – soprattutto in discesa - e rendendola certamente assai più faticosa. 

Cosi come realizzato, non viene assolutamente raggiunto l’obiettivo dell’intervento finanziato, che recita testualmente: “INTERVENTI VOLTI A MIGLIORARE LA FRUIZIONE PUBBLICA DELL’AREA FORESTALE SITA IN LOCALITA’ MONTE COPPOLO”. La fruibilità ne esce, al contrario, assai mortificata. “Quello – dicono gli esperti camminatori - è stato un progetto inutile. Hanno speso soldi inutili per servizi inutili”.

Ma l’aspetto certamente più gravemente disturbante descritto dai camminatori è stato il cattivo odore. Lo descrivono come “aspro, sgradevole e pungente che, dopo quasi un anno e mezzo dalla posa in opera, emana dalle traversine, evidentemente a motivo del trattamento chimico cui sono state sottoposte”. E’ del tutto paradossale che chi si inerpica lungo questo sentiero, alla ricerca di un contatto con la natura incontaminata e l’aria pura, sia costretto a…trattenere il respiro per evitare il cattivo odore.
Un esempio negativo, che non valorizza i luoghi naturali e l’economia locale. Una scena che non avremmo voluto mai raccontare e sulla quale gli organi di controllo farebbero bene ad accertare.

Monte Coppolo - Valsinni (MT)

domenica 19 marzo 2017

Tagli agli stipendi milionari per ridurre la disuguaglianze sociali


Nel periodo universitario, una delle letture più avvolgenti fu “Origine della disuguaglianza” di Jean-Jacques Rousseau per l’esame di Storie delle dottrine politiche. Un piccolo libricino che rispose ad una delle tante domande di gioventù sulla stratificazione sociale: qual è l’origine della condizione sociale umana? Siamo stati da sempre separati in classi sociali? tra ricchi e poveri?    

                                      
Una risposta semplice la troviamo nei detti popolari, nella saggezza semplice dei nostri nonni “i soldi chiamano i soldi e i pidocchi chiamano i pidocchi”.
Ma basterebbe riprendere un breve passaggio del libro di Rousseau per capire velocemente cosa ci ha portato fin qui. Per Rousseau, tutto ebbe origine nel momento in cui il primo uomo che recintò un terreno ebbe l’idea di dire “questo è mio” e venne creduto ingenuamente dalle altre persone. Fu lui il vero fondatore della società civile. Delitti, guerre, assassini, miserie ed orrori si sarebbero potuti evitare se qualcuno avesse strappato i paletti o colmato il fossato e avesse gridato ai suoi simili “Guardatevi dall’ascoltare quest’impostore; siete perduti, se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno.”

La storia andò purtroppo diversamente. Tutti credettero che quel terreno all’interno del recinto appartenesse a lui ed ingenuamente nacque la proprietà privata e l’origine della disuguaglianza.

Qualcuno provò in seguito a dare una lettura dei limiti di questa società che si manifestò nel capitalismo più sfrenato scalfito nel tempo dalle democrazie sociali con la ridistribuzione della ricchezza, della proprietà e  la nascita dello Stato sociale;  un esercizio naturale di movimenti e rivoluzioni che si tramandano nel tempo e che non scompariranno fino a quando non sarà raggiunto il loro scopo: riottenere la dignità umana, anche per quelli che credettero ingenuamente a “questo è mio”.

Dalla recente indagine demoscopica di Demopolis per Oxfam Italia presentata nel gennaio 2017 emerge che “Nel 2016 la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana”.

Quasi come ieri, sono proprio reddito e ricchezza a rappresentare le due dimensioni in cui i cittadini italiani percepiscono oggi le disuguaglianze più pronunciate. Una distanza sulla quale va tenuta tutta l’attenzione della politica affinché vengano intrapresi interventi di ridistribuzione dei redditi e della ricchezza.

Riteniamo opportune quindi una sforbiciata sui redditi e le retribuzioni percepite dall’elite, che vive all’apice della piramide sociale. Un gesto che deve partire dagli stipendi dei politici e dai membri dei cda delle società pubbliche participate in fase di rinnovo, fino a coinvolgere le altre caste presenti nel modo della televisione, dello spettacolo, dello sport, del giornalismo e in molti altri settori in cui si godono stipendi milionari eccessivi come quelli percepiti nel 2015:
a)      la retribuzione totale dell'amministratore delegato di ENI è stata di 3,483 milioni,
b)      la retribuzione totale dell'amministratore delegato di ENEL è stata di 2,75 milioni di euro,
c)      la retribuzione totale dell'amministratore delegato di LEONARDO
sfiora i 1,9 milioni euro, pari a 28 volte il costo del lavoro medio.
d)      La retribuzione totale dell'amministratore delegato di FINCANTIERI è stata di 2,067 milioni, pari a 35,8 volte il costo del lavoro medio italiano,
e)      la retribuzione totale dell'amministratore delegato di TERNA è stata di 1,96 milioni euro, pari a 25 volte il costo del lavoro medio pro capite. In caso di anticipata cessazione del rapporto di lavoro o di mancato rinnovo del mandato sono dovute 24 mensilità della retribuzione complessiva,
f)       la retribuzione totale dell'amministratore delegato POSTE ITALIANE è stata pari a 1,1 milioni di euro.


sabato 11 marzo 2017

La rete salverà la bellezza del territorio promuovendo l’economia locale



Sei a San Cristobal de Las Casas in Chiapas e guardi sdraiato in un piccolo schermo Matera capitale della cultura europea e le sue bellezze. Mentre cammini sulla spiaggia in riva al mare a Scanzano J.co (MT) guardi in un piccolo schermo e rimani divertito: hai incontrato casualmente su FB le foto di un tuo vecchio e caro amico, felicemente vestito al carnevale di Cadice in Andalusia. 

Spiaggia di Scanzano J.co (MT)
Quotidianamente ci rivolgiamo ad un piccolo schermo senza filtro per la ricerca di emozioni incontenibili. Gioie e piaceri esplodono. Conosciamo luoghi, osserviamo paesaggi e assaporiamo prodotti che provengono dalla terra. Siamo spinti verso un altro mondo, alla scoperta di cosa offre un territorio. 

Il tutto grazie alla potenza della rete. 

Per chi può andare oltre, per quelli che possono superare uno schermo incomincia il viaggio verso una meta turistica.

Ancora schermo alla mano, si incomincia con la prenotazione del viaggio, il trasporto, l’alloggio: tutto quello che ti serve e di cui hai bisogno per scoprire l’altra parte dello schermo è nella tua mano. I sapori e i gusti, gli odori, gli sguardi, le espressioni, i paesaggi e i colori. Tutto quello che un territorio pulito può offrirti con la sua natura, il suo paesaggio, la sua bellezza ad un tratto esceno dallo schermo ed incominci a toccarli. 

Torni a casa, riprendi il telefono e ti accorgi che il viaggio nel luogo in cui sei stato continua. Ti rivedi il video e le foto. Le condividi raccontando il ricordo piacevole di un falò in riva al mare e molto altro. Anche della bottiglia di vino rosso che ti eri scolato per dare più luce alle stelle che potrai riassaggiare acquistandola da un e-commerce online
Peperone di Senise (PZ)
E perché dimenticare quanta allegria alla sagra dove hai dormito in affittando una casa vacanza. Mentre passeggiavi nel borgo, quando eri sulla spiaggia al mare o nel bosco in montagna. Hai mangiato la pasta, i fagioli, i salami, le marmellate, i formaggi, i “peperone crusch”, olio e molto altro che potrai riassaggiare acquistandoli online. Continui a scoprire il territorio attraverso un viaggio che potrebbe non finire più.

La continuità del viaggio aiuterà i territori più naturali e i piccoli borghi a non rimanere isolati. Porterà la conoscenza dei prodotti unici, genuini e gustosi in un mercato in cui il consumatore acquista sempre di più beni di qualità, provenienti da un’agricoltura di eccellenza che con il turismo creerà economia locale e farà rivivere quei luoghi. 
Castel Mezzano (PZ)

giovedì 2 marzo 2017

Mobilitiamoci per chiudere i pozzi. Decontaminiamo la Basilicata dal Petrolio.



In una sola settimana, la mobilitazione lanciata da ScanZiamo le Scorie ha superato le 1650 firme che chiedono alla Regione Basilicata di aprire una moratoria sulle attività estrattive in Basilicata.  

Il risultato, seppur positivo, non deve far allentare l’impegno verso una iniziativa che dobbiamo continuare a sostenere per dare un reale contributo alla decontaminazione della Basilicata dal petrolio. Per questo ti chiediamo un ulteriore sforzo. Dobbiamo essere numerosi. Aiutaci nella mobilitazione e diffondi l’appello per raccogliere altre firme.

In seguito all’allarme sul Pertusillo abbiamo avuto modo di venire a conoscenza dell’esistenza di alcune contaminazioni che vanno subito rimosse e  bonificate, prima che possano estendersi con aggravamento dei danni.

Ma andiamo per ordine. La prima è stata denunciata a pochi km di distanza dal bacino, in un'area di 181.850 metri quadrati, in cui è ubicato il centro di raccolta e trattamento denominato "Centro Oli Val D'Agri" (COVA), in cui sono allacciati 21 pozzi in produzione e 12 pozzi produttivi non eroganti. Secondo l'articolo dal titolo pubblicato dal quotidiano "La Nuova del Sud" il 26 febbraio 2017, dai documenti sulle campagne di indagini avviate dall'ENI il terreno dentro e intorno al COVA si presenta in
Centro Oli Val d'Agri
più punti impregnato di greggio. Su 7 dei 20 sondaggi realizzati infatti è stata riscontrata una contaminazione da idrocarburi fino ad 11 metri di profondità. Il terreno è impregnato della sostanza uscita dal serbatoio di stoccaggio, in cui non è stato realizzato il doppio fondo della cisterna come indicato dalle prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) concessa dalla Regione Basilicata all’Eni nel 2011 per il Cova di Viggiano (PZ) relativo al “Piano antinquinamento sversamento di idrocarburi”, dove il greggio sosta prima di essere inviato alla raffineria di Taranto.

La seconda riguarda il Comune di Montemurro (PZ) in cui si teme per un presunto inquinamento del suolo e delle acque. Secondo la "Gazzetta della Val d’Agri",  il sindaco di Montemurro, ha denunciato la presenza di idrocarburi nelle zone circostanti il pozzo Costa Molina 3, pozzo di estrazione poi risultato sterile e chiuso minerariamente nel 1988.  L’inquinamento del terreno sarebbe confermato dalla stessa Eni ma le operazioni di bonifica non sono state ancora avviate.

La terza è desumibile dall’ordinanza n. 23 del 22.2.2017 del Comune di Marsico Nuovo (PZ), che ha posto il divieto d'uso della risorsa idrica delle acque sotterranee nel punto di campionamento PZA. Ciò è avvenuto a seguito delle attività di monitoraggio sulla perforazione del "Pozzo Pergola 1" da parte di ARPA Basilicata con nota n. 551/2017 che ha comunicato che sulle componenti acque sotterranee e di sorgente, in seguito alle analisi da loro effettuate, hanno riscontrato il supermento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC), per i parametri di ferro e magnesio, rispetto ai limiti previsti per la normativa vigente.

Un elenco completo, che mostra una situazione più chiara, anche dei pozzi sui quali si è già intervenuto con attività di bonifica, può essere estrapolato dal Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) del gennaio 2016, nella parte V, quella dedicata al Piano di bonificadei siti inquinati.

La descrizione della situazione non permette distrazioni verso gli effetti che la causa potrebbe produrre. Più tosto deve richiamare la nostra attenzione affinché con urgenza si proceda ad intraprendere gli  interventi per la bonifica e la rimozione di ogni forma di contaminazione, a chiedere maggiori controlli e un monitoraggio continuo sulle attività estrattive.

Leggi  "In Basilicata vorrebbero darcela a bere con il petrolio"