"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza" di A. Gramsci.

venerdì 21 luglio 2017

Per la Regione il petrolio Lucano deve riaprire. Ma a che punto è l'impatto sull'ambiente?



A volte a pensar male ci si azzecca? 

Sicuramente approfondire gli argomenti è sempre un esercizio utile, in particolare se il confronto diventa sincero e trasparente. 

Senza grandi pretese proviamo a farlo noi qui su "Politicamente Attivi". Lo spirito è quello di contribuire a rendere più limpido il dibattito sul petrolio in Basilicata, un argomento centrale per il futuro del nostro territorio che vive di agricoltura e turismo, proiettato al 2019 con Matera Capitale della Cultura europea. 

Siamo tutti a conoscenza che con la delibera di giunta regionale del 17 luglio è stato riaperto il Centro Olio Val d'Agri (COVA) - ENI a Viggiano (PZ).

Una decisione importante che merita una lettura attenta.

Avevamo già scritto delle prescrizioni indicate a giugno dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in considerazione delle disposizioni normative sulla protezione e la tutela dell'Ambiente. Il rispetto delle prescrizioni da parte dell'ENI sono determinanti per il riavvio e l'esercizio del COVA. 

Figura 1 - D.G.R n. 733 del 17 luglio 2017, Regione Basilicata
Successivamente, in seguito alla richiesta del 5 luglio da parte dell'ufficio di Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, l'ISPRA trasmette la Relazione istruttoria di verifica di ottemperanza delle prescrizioni propedeutiche per il riavvio del COVA nella quale "viene analizzata la conformità della documentazione trasmessa dalla Società rispetto alle prescrizioni propedeutiche al riavvio dell'impianto".
La Relazione viene inserita nel corpo della delibera regionale come "Allegato B" e afferma che "si ritiene che il Gestore abbia ottemperato alle prescrizioni propedeutiche al riavvio dell'impianto (Figura 1).
Sarà vero?  
Figura 2 - D.G.R n. 733 del 17 luglio 2017, Regione Basilicata
A pagina 13 delle 17 della Relazione, la prescrizione numero 3 di ISPRA chiede "una descrizione dello scenario di impatto sull'ambiente che tali rilasci potrebbero generare e delle eventuali contromisure di prevenzione e protezione dell'ambiente" (Figura 2).
Il Gestore risponde di fornire un primo riscontro alla proposta di prescrizione. Indica inoltre, che l'acquifero superficiale ed i terreni ... presentano evidenze di contaminazione riconducibili agli idrocarburi fuoriusciti dal serbatoio D, "tuttavia l'entità e la significatività degli impatti conseguenti sono ancora in fase di valutazione" (Figura 3).
Figura 3 - D.G.R n. 733 del 17 luglio 2017, Regione Basilicata
Personalmente ritengo la risposta del Gestore non conforme alla prescrizione dell'ISPRA.
Leggiamo attentamente questa parte.
Se gli impatti sono ancora in fase di valutazione vuol dire che non è possibile descrivere l'impatto stesso, cosi come richiesto da ISPRA.
Non possiamo considerare esaustiva questa risposta del Gestore rispetto alla prescrizione ISPRA che chiede una descrizione dello scenario di impatto sull'ambiente.
Affermare che l'entità e la significatività degli impatti conseguenti sono ancora in fase di valutazione non può essere ritenuta una descrizione sufficiente.
ISPRA e Regione Basilicata avrebbero dovuto chiedere una descrizione dell'impatto più dettagliata, almeno chiederla di riceverla entro un termine certo, ed autorizzare il riavvio e l'esercizio dell'impianto solamente quando la descrizione è realmente esaustiva, facendo conoscere ad esempio quante sono le tonnellate di olio disperse e qual è stato l'impatto sull'ambiente.
La Giunta della Regione Basilicata avrebbe dovuto quantomeno inserire questi aspetti nel testo della delibera tra le altre prescrizioni.
Informazioni necessarie per ripristinare una verità che tutti i Lucani e non solo hanno il diritto di conoscere, prima di riavviare le attività del COVA.
Mica vorrete darcela a berecon il petrolio?

Per raggiungere i 5000 mancano ancora 88 firme. Aiutaci a sostenere la petizione per chiudere i pozzi di petrolio in Basilicata: http://bit.ly/2slS7KE