"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza" di A. Gramsci.

domenica 27 maggio 2012

La transizione energetica è già in atto







Imprenditrice agricola che raccoglie le malanzane prodotte
 sotto una serra fotovoltaica


 


In una intervista del 2008 riportata su rinnovabili.it, un noto economista sosteneva che per il raggiungimento degli obbiettivi di Kyoto sarebbe arrivato prima il nucleare di IV generazione delle rinnovabili; e alla domanda "Chi frena di più le fonti rinnovabili: la politica, la lobby del petrolio o quella del gas?" rispose: "Io darei la colpa principale al Secondo Principio della termodinamica; è solo una speranza che la quota di rinnovabili “nuove” nei prossimi anni possa raggiungere il 5%”.
Si è sbagliato, capita. Il nucleare tradizionale è in crisi (ultime notizie: in Giappone attualmente tutte le centrali nucleari sono spente), i progetti per il nucleare di IV generazione continuano a giacere nei cassetti degli scienziati in attesa di un'improbabile messa in opera che in ogni caso richiederebbe decine di anni di sviluppo, mentre in pochi anni le rinnovabili sono decollate. La transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è già in atto nel nostro Paese, anche se alcuni fanatici del nucleare non lo vogliono ammettere, le lobby dei combustibili fossili cercano di opporsi e molti politici e amministratori non sembrano esserne consapevoli. La transizione è in atto e proseguirà lungo la strada ormai tracciata dalle direttive della Unione Europea: entro il 2020, i paesi membri della UE dovranno  ridurre le emissioni di anidride carbonica (-20%), ridurre il consumo d'energia (-20%) e aumentare la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili (+20%), per poi raggiungere il più ambizioso obiettivo di ottenere l'80% dell'energia da fonti rinnovabili entro il 2050.

Nella classifica della potenza fotovoltaica installata a fine 2011, l'Italia (12,5 GW) è al secondo posto preceduta dalla Germania (23,8 GW), ma davanti a Giappone (4,7 GW), Stati Uniti (4,2 GW), Spagna (4,2 GW) e Cina (2,9 G W). Il fotovoltaico installato in Italia durante il 2011 è in grado di generare, su base annua, 12 miliardi kWh, pari all'energia che avrebbe prodotto una delle quattro centrali nucleari da 1.600 MW che il precedente governo intendeva costruire. In altre parole, col fotovoltaico in un solo anno abbiamo costruito l'equivalente di una centrale nucleare, senza aspettare i 10-15 anni, che sarebbero stati necessari per costruirla davvero e, soprattutto, senza creare i numerosi e gravi problemi che il nucleare comporta. Alla fine del 2011 il fotovoltaico da solo copriva il 4,1% della domanda elettrica italiana e da molti mesi la sua immissione in rete ha fatto scendere di almeno il 10% il costo dell'elettricità nelle ore di punta, permettendo di evitare l'accensione delle centrali a gas utilizzate per coprire i picchi di consumo. Ed è proprio la lobby del gas che ora cerca di opporsi alla crescita del fotovoltaico e alla installazione da parte di Terna di accumulatori. Indagini economiche hanno anche dimostrato che gli incentivi per il fotovoltaico pesano solo marginalmente nelle bollette elettriche, mentre generano investimenti privati molto elevati che fanno entrare nelle casse dello Stato un introito Iva quasi doppio rispetto agli incentivi stessi.
Sempre nel 2011, l'eolico da solo ha generato il 4,2% dei consumi elettrici italiani. In questo settore, tuttavia, siamo lontani dai primi della classe: Danimarca (26%), Portogallo (17%), Spagna (15,9%), Irlanda (12%)  e Germania (11%). C'è spazio, quindi, per fare di più. Possibilità ancora maggiori di crescita ci sono nel settore del solare termico, visto che alla fine del 2010 avevamo installato soltanto 34 m2 di collettori ogni mille abitanti, quasi 15 volte in meno rispetto all'Austria (512  m2/mille abitanti). Lo sviluppo di questo settore potrebbe farci risparmiare il 10% del consumo di gas, una quantità pari a quella che importiamo dalla Libia, ed anche per questo la sua diffusione trova ostacoli.
Possiamo fare di più anche nel mini-idroelettrico, nel geotermico e nella produzione di biogas, con rifiuti o scarti agroalimentari, da immettere nella rete di distribuzione del metano. Nel 2011 gli occupati nel settore delle rinnovabili erano 86 mila, rispetto a 41 mila del 2010 e a questa forte crescita si contrappone un calo dell'occupazione nei settori dei combustibili fossili e dell'energia elettrica tradizionale. Infine, un'analisi dell'Istituto Althesys (Irex Annual Report 2012) prevede che lo sviluppo di eolico, fotovoltaico, mini-idro, biomasse e geotermico porterà a risparmiare da 22 a 38 miliardi di euro entro il 2030. Ecco su cosa si deve puntare per una vera crescita del Paese.

Contrariamente a quanto alcuni sostengono, non conviene insistere nella produzione di biocombustibili da biomasse dedicate. Per rappresentare un'alternativa credibile ai combustibili fossili, i biocombustibili devono (i) fornire un guadagno energetico, (ii) offrire benefici dal punto di vista ambientale, (iii) essere economicamente convenienti e (iv) non competere con la produzione di cibo. Spesso queste condizioni non sono verificate. In ogni caso, i biocombustibili possono dare solo un modesto contributo per sostituire i combustibili fossili. Si stima che se gli Stati Uniti volessero sostituire con biocombustibili prodotti con le attuali tecnologie soltanto il 5% dei loro consumi di benzina e gasolio dovrebbero utilizzare il 20% della loro terra coltivabile. Neppure l'utilizzo di nuove tecnologie per trasformare le biomasse in biocombustibili può risolvere il problema. Come fa notare il premio Nobel Hartmut Michel (Angew. Chem. Int. Ed. 2012, 51, 2516 – 2518), l'efficienza del processo fotosintetico nel convertire l'energia solare in biocombustibili è minore di 0.1% e almeno la metà dell'energia immagazzinata nei biocombustibili viene spesa per ottenerli. Per contro, l'efficienza del fotovoltaico è 15%. Considerando anche che i motori a combustione hanno un rendimento del 20% e quelli elettrici del 80%, si arriva alla conclusione che "The combination PV cells/battery/electric engine uses the available lands about 600 times better than the combination biomass/biofuel/combustion".

Facendo parte della UE, anche il nostro paese è tenuto ad adottare la strategia basata su risparmio, efficienza e sviluppo delle energie rinnovabili. Il Governo ha suddiviso il compito da svolgere fra le Regioni che, a loro volta, lo ripartiscono fra i loro Comuni. Ciascun Comune deve formulare una propria strategia energetica integrata, redigere un bilancio energetico annuale e mettere in atto un piano per capire chi consuma, dove si consuma, come si può risparmiare e quanta energia da fonti rinnovabili si può produrre nel territorio. Il sindaco e la cittadinanza, dunque, diventano i protagonisti e, allo stesso tempo, i responsabili della transizione energetica attraverso un agire locale che deve contribuire a raggiungere obiettivi su più ampia scala: regionali, nazionali e, infine, europei. In questo contesto si incardina quello che l'Unione Europea ha chiamato “Patto dei Sindaci”, attualmente su base volontaria, firmando il quale un sindaco si impegna a raggiungere obiettivi precisi entro il 2020. La politica energetica adottata dalla UE è conveniente per il nostro Paese? Certamente. L’Italia ha tutto l’interesse a ridurre i consumi di combustibili fossili che deve importare ed a sviluppare l’utilizzo delle energie rinnovabili, in particolare dell'energia solare, di cui abbonda. Il precedente governo, che puntava allo sviluppo del nucleare, non aveva colto questa opportunità, ma anche oggi ci sono ostacoli di vario tipo che rallentano lo sviluppo delle energie rinnovabili e il raggiungimento di una maggiore efficienza nei consumi energetici. Occorre stabilire con chiarezza un piano per gli incentivi, sveltire le pratiche burocratiche, eliminare gli incomprensibili (o forse fin troppo comprensibili) ritardi negli allacciamenti alla rete elettrica, ammodernare la rete stessa e, cosa molto ardua, contrastare le azioni messe in atto da lobby che vedono minacciate le loro posizioni di rendita fondate sull'uso dei combustibili fossili e sullo spreco.

Numerosi studi emersi in questi ultimi tempi confermano la bontà della politica energetica adottata dalla UE e si spingono oltre nel delineare cosa accadrà nei prossimi anni. Nel recentissimo Reinventing Fire (Chelsea Green Publishing), A.B. Lovins sostiene che la transizione dallo spreco e dall'uso dei combustibili fossili all’efficienza ed all'uso delle energie rinnovabili avrà conseguenze profonde, sarà un po' come ri-inventare il fuoco. Se opportunamente governata e sostenuta da  innovazioni tecnologiche, questa transizione ci permetterà di avere un'economia più forte, un ambiente più sano, numerosi posti di lavoro e servizi più economici e più efficienti. Gli fanno eco J.B. Moody e B. Nogrady, che in The Sixth Wave (Random House) affermano che siamo alle soglie di un nuovo ciclo, una nuova onda di innovazione, la sesta negli ultimi 200 anni: è la transizione verso una nuova economia basata su efficienza nell'uso di tutte le risorse e sul ricorso alle energie rinnovabili. Cavalcando con sapienza quest'onda, sarà possibile separare la crescita economica dal consumo delle risorse e creare un mondo più dinamico, più vivibile e soprattutto più giusto. Oggi la produzione industriale è basata sull’usa e getta: chi produce qualcosa spera che il prodotto si rompa appena scaduta la garanzia. Ma in un mondo con scarsità di risorse non sarà più così. Puntando su efficienza ed energie rinnovabili i prodotti saranno ideati, costruiti ed ottimizzati in modo che possano essere riparati, oppure usati per altri scopi, smontati e riciclati, così da ridurre al massimo i rifiuti e giungere ad un modello di sviluppo sostenibile.
Ormai è chiaro: il futuro avrà un senso soltanto in un mondo sostenibile. Raggiungere questo obiettivo è una grande sfida. Ogni nazione, regione, provincia, comune, ogni persona deve dare il suo contributo. Per vincere questa sfida è necessario anzitutto un grande salto culturale: siamo abituati a pensare che quello che abbiamo non ci basta, istintivamente vogliamo sempre di più. Dobbiamo riacquistare, come ci dice T. Prince in The Logic of Sufficiency (MIT Press), il senso del limite: passare dal vizio del  “di più” alla logica della sufficienza; vivere, cioè, secondo l’etica della sobrietà, della solidarietà e della responsabilità nei confronti della Terra e di tutti i suoi abitanti, presenti e futuri. 

Scritto inviato ad un gruppo di colleghi dell'Accademia dei Lincei da  Vincenzo Balzani, Professore del Dipartimento di Chimica “G. Ciamician", Università di Bologna
vincenzo.balzani@unibo.it


mercoledì 16 maggio 2012

Scanzano. Eco - centro, cittadini incavolati: favorevoli ma che si faccia altrove


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SCANZANO – Sì all'Eco - centro ma che si faccia in un altro posto, non a Terzo Cavone. E' in estrema sintesi questa la posizione di alcuni residenti, commercianti e parrocchiani (foto 3, domenica all'uscita dalla chiesa dopo la messa) ascoltati domenica mattina a Terzo Cavone;  frazione di Scanzano in cui sarà realizzata l'opera (foto apertura il sito individuato che l'ospiterà) che accoglierà
parte dei rifiuti solidi urbani (frigoriferi, televisori, pneumatici, pc, no umido e indifferenziato) che saranno portati dai cittadini. Rifiuti che (si spera) non saranno più abbandonati nelle pinete o nelle numerose discariche abusive che si incontrano percorrendo alcune vie situate nelle campagne (Parisi, Andriace, zona Lido). Una decisione che - oltre alle fibrillazioni politiche delle ultime ore - ha provocato non poche discussioni nell'ultimo consiglio comunale di alcuni giorni fa, il punto oltre ad incassare il no delle opposizioni, Pdl e Progetto Scanzano, ha determinato anche la presa di posizione del consigliere Pina Malvasi (Sel) che si è dissociata - votando no solo in quella circostanza - dalla maggioranza di cui continua a far parte (inizialmente aveva chiesto il rinvio del punto affinché la scelta fosse discussa in maniera approfondita) composta da Pd, Psi e Udc. Malvasi si è infatti detta favorevole all'iniziativa ma non ha condiviso la scelta dell'area troppo vicina all'abitato, alla parrocchia e ad alcune attività commerciali.
Senza trascurare il fatto che il sito si trova nelle immediate vicinanze della SS 106 Jonica, strada molto trafficata. “Sono favorevole all'Eco-centro perché si eviterebbe di buttare la spazzatura di qua e di là”, ha detto Don Mark Stanislaus, parroco della chiesa San Giulio di Terzo Cavone. Il quale ha aggiunto: “Non sono d'accordo che si faccia vicino la chiesa, qui verrà anche il centro Aias e l'ingresso della Città della Pace. Poi teoricamente l'ecocentro è una cosa bella ma siamo sicuri che funzionerà? Inoltre qui a Terzo Cavone abbiamo già il cimitero industriale della ex centrale del latte Rugiada. Anziché risolvere questo problema si rischia di crearne un altro. Ripeto, non sono contrario all'Eco-centro ma che si trovi un altro posto”, ha ribadito Don Mark.  I cittadini e i parrocchiani cosa le dicono?
“Sono un po' incavolati”. Sono in programma manifestazioni o una raccolta firme? “Personalmente non ho organizzato nulla, però invito gli amministratori ad avviare un dialogo. Spieghino ai cittadini le motivazioni precise. Non si possono fare violenze, imporre decisioni. Loro rappresentano il popolo che gli ha eletti”, ha risposto.
“Sbagliatissimo fare l'eco-centro vicino la chiesa. Trovare un altro luogo sì”, così si è espresso un altro cittadino. Il quale ha invitato l'amministrazione a trovare una soluzione diversa. “La politica ci ha già lasciato in eredità il cimitero (la centrale del latte Rugiada, ndr). Ora ne facciamo un altro di museo...(altro che) risorgimento!”
Sullo stesso argomento ha parlato anche Vincenzo Ottavio Le Rose (foto 2), proprietario di un bar ristorante situato di fronte all'ingresso della piccola frazione cittadina, la sua attività si trova a qualche centinaio di metri dall'area (un ex campo di calcio) dove sorgerà l'Eco – centro. “ E' una cosa buona ma va fatto da un'altra parte. Ammiro chi ha avuto questa idea, troppi i frigoriferi, i televisori e gli pneumatici abbandonati ovunque, quindi un centro di raccolta ci vorrebbe. Ciò consentirebbe di dare opportunità di impiego a qualche persona. Bisogna però pensare che qui ci sarà il villaggio dei fanciulli (la Città della Pace), c'è la chiesa, c'è il mio ristorante dal 1952, lo creò mio padre io l'ho ammodernato. Qui ci sono attrazioni come il mare e la spiaggia, Termitito”.
Signor Le Rose, sia il sindaco che l'ingegnere comunale hanno assicurato che il centro non si vedrà, saranno adottate tutte le misure finalizzate a salvaguardare il paesaggio, non basta questo? “Se loro hanno deciso così, non sarò io a mettermi contro nessuno. Ritengo però che l'Eco centro vada fatto da un'altra parte”.
Qui a due passi c'è già un cimitero industriale, la ex centrale del latte, ha qualche proposta? “Io ci farei un mercato all'ingrosso di frutta come ci sono in Puglia e in tante altre parti d'Italia”.
Gianluca Pizzolla

venerdì 11 maggio 2012

Riflessione!

PERCHE' QUANDO SEI UN CITTADINO QUALCUNO DOVREBBE TIRARTI IN BALLO SENZA UN MOTIVO?

QUALE POTREBBE ESSERE LA RAGIONE?

SARA' LA NECESSITA' PERSONALE DI TROVARE SEMPRE UN COLPEVOLE  NEGLI ALTRI PER DISTRARRE I CITTADINI DALLA VERE RESPONSABILITA' CHE SPINGE AD ATTRIBUIRIRE AGGETTIVI INSENSATI?



UN CONSIGLIO PERO' LO VOGLIO DARE, IN UN PICCOLO PAESE COME SCANZANO, DOVE CI SIAMO CRESCIUTI E CONOSCIUTI, FABBRICARE CONGETTURE INCOMPRENSIBILI SUGLI ALTRI PER RAFFORZARE SE STESSI NON PREMIA. ANZI SAREBBE UTILE ASCOLTARE LE ISTANZE DEI CITTADINI CHE SPESSO DANNO ANCHE BUONI CONSIGLI IN PARTICOLARE SULLE TEMATICHE AMBIENTALI.

ALTRIMENTI, RIMANE SOLAMENTE UN EFFIMERO ATTO VILE CHE NON AIUTA LA CRESCITA DELLA NOSTRA COMUNITA'.

Scanzano, targa ai poliziotti. Eco Centro, Malvasi vota no. Sindaco: 'Stigliani capo popolo'

Una targa a due rappresentanti delle Forze dell'Ordine in servizio al Commissariato di Polizia di Scanzano  per cominciare, poi l'approvazione del bilancio consuntivo, l'annuncio dell'aumento della Tarsu (a casa dei cittadini arriverà una comunicazione del sindaco in cui saranno esposte le ragioni dell'aumento, e i dati relativi all'evasione) e  a metà strada la polemica che
avrà non pochi strascichi nei prossimi giorni sulla decisione di realizzare un Eco – Centro per la raccolta dei rifiuti (eccetto quelli indifferenziati e organici)   a Terzo Cavone. Il punto - che giovedì sera, nel corso del consiglio comunale a Scanzano, ha visto una contesa fra il consigliere di maggioranza Pina Malvasi (Sel) e l'assessore al bilancio Angelo Lunati (Psi) - è passato con 8 voti a favore e tre contro. Un dato che politicamente sarebbe stato nell'ordine delle cose  se non fosse per il fatto che c'è la prima vera aritmia di matrice “vendoliana” nella maggioranza. L'ispettore superiore Donato Leone (nella foto a dx), premiato con il collega Giuseppe Di Scipio,  ha così commentato:
“Un riconoscimento importante che attesta la considerazione e l'affetto che hanno l'Amministrazione e i cittadini verso il lavoro che facciamo. Un servizio che a volte si vede ma che a volte, per ovvi motivi legati al segreto che deve circondare l'attività di indagine e intelligence, è meno percepito. Fino alla sicurezza e anche non meno importante il conforto umano che possiamo offrire ai cittadini”, ha aggiunto Leone a margine della cerimonia di premiazione.
Dopo la consegna delle targhe, la discussione è entrata nel vivo delle questioni amministrative. Il bilancio consuntivo è stato approvato con 9 voti a favore e due contrari (Ripoli e Scardillo) Il capogruppo del Pdl dai banchi dell'opposizione ha contestato l'aumento della Tarsu e invitato la maggioranza ad adottare provvedimenti che consentano di contenere i fenomeni, ancora molto frequenti a Scanzano, legati all'evasione. La maggioranza ha evidenziato come i conti siano in ordine, infatti la magistratura contabile non ha chiesto manovre correttive. Il sindaco ha fatto presente che con i nuovi software a disposizione del comune sarà possibile “pizzicare” sia gli evasori totali che quelli parziali. Ci sono cittadini che per pagare meno Tarsu dichiarano superfici inferiori; astuzia che sarà rilevata con i nuovi strumenti tecnologici. La discussione ha avuto un'impennata emotiva quando è stato trattato l'argomento “Eco – Centro” che sarà realizzato a Terzo Cavone e che ospiterà rifiuti come frigoriferi, televisori, pneumatici. Un centro di raccolta sì, ma non di lavorazione. Secondo il consigliere Laura Scardillo (Pro.Sc.) si tratterebbe di una discarica né più né meno. Ripoli ha detto di condividere l'idea ma non il luogo in cui il progetto dovrebbe essere realizzato. Infine, e a sorpresa, la posizione del consigliere SeL,  Pina Malvasi.
“L'Ecocentro è un servizio importante per la città ma non può essere fatto all'ingresso”, ha così esordito nel suo intervento.  Si è poi soffermata sulla presenza della chiesa nelle immediate vicinanze della superficie (dove prima c'era un campo di calcio) destinata ad ospitare la struttura, oltre che di attività commerciali”. Ha chiesto prima il rinvio del punto all'odg affinché fosse oggetto di una più attenta valutazione; richiesta che ha determinato la sospensione temporanea dell'assise. Che si è riaperta con la controproposta dell'assessore Lunati di non differire la discussione e la votazione. La richiesta di Pina Malvasi è stata accolta anche da Ripoli e Scardillo ma bocciata dagli altri 8 consiglieri. Stesso risultato numerico ( 8 - 3) ma con esiti inversi per Lunati. Il punto è passato, ma a maggioranza ridotta di un'unità. Un piccolo fuoco, forse quanto basterà ad infiammare i cittadini di Terzo Cavone. Alcuni presenti in sala ieri sera e visibilmente contrariati dalla decisione di fare nella frazione l'Ecocentro. Sono  pronti a scendere in piazza per dire no.
ECO-CENTRO. Parola all'ingegnere e al sindaco.
Eco – centro sì, eco – centro no? La domanda animerà il dibattito cittadino. Eloquenti, giovedì sera nel corso del consiglio comunale a Scanzano, i volti dei cittadini residenti a Terzo Cavone. La frazione scanzanese è la stessa che nel 2003 fu individuata come destinazione del sito unico delle scorie radioattive. Ma è la stessa, dopo la battaglia vinta dal popolo lucano contro il decreto che istituiva la cloaca radioattiva,  che ospiterà la Città della Pace e il complesso turistico satellite. L'edulcorazione semantica (“Eco – centro” anziché deposito temporaneo di rifiuti non organici, umidi e indifferenziati ma quelli solidi urbani) non è bastata tuttavia a tranquillizzare i cittadini residenti. L'ingegner Di Chio, tecnico comunale, ha risposto ad alcune domande.
Domanda: Cos'è esattamente l'Ecocentro? Risposta: “E' una piattaforma ecologica che consentirà di separare per tipologie la parte di rifiuto riciclabile”.
D.: Che tipo di rifiuti finiranno nell'Ecocentro? R.: “Rifiuti solidi urbani: vetro, plastica, lattine, pneumatici, lavatrici, frigoriferi, computer, televisori; insomma tutto ciò che è elettrico ed elettronico. Ci sarà una pesa bilico, la superficie sarà pavimentata, ci sarà un ufficio con un operatore. L' acqua che sarà utilizzata sarà raccolta e smaltita in un impianto di depurazione. Ci saranno rete idrica e fognaria, oltre che quella di illuminazione.
D: Chi potrà conferire nell'Ecocentro? R.: “Chiunque. Il materiale che sarà portato da ogni cittadino sarà selezionato: i computer andranno da una parte, i frigoriferi dall'altra ecc... Non sarà fatta alcuna lavorazione, niente sarà smontato. Quando i cassoni saranno pieni, saranno portati nei centri di trattamento”.
D: L'impatto dell'opera in termini paesaggistici? R.: “Abbiamo avuto il nullaosta paesaggistico, ci sarà una recinzione e una piantumazione per tutelare il paesaggio”.
D: L'impatto sulla salute dei cittadini e di chi vive in quelle zone? R.: “Assolutamente niente”.
D: In zona, dove è stato sperimentato l'Ecocentro?  R.: “A Bernalda dove è stato appaltato, a Montalbano, Pisticci a Montescaglioso stanno per allacciare l'acqua. Questo progetto è stato elaborato dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata  nel 2005”.
D: I rifiuti di Policoro verranno a Scanzano? R.: “Assolutamente no. Policoro, dov'era previsto questo impianto, ha rinunciato e ha posto nell'appalto l'obbligo per la ditta vincitrice di farsi il suo eco – centro”.
IL SINDACO. Pasquale Stigliani capo popolo. Ha votato contro la Città della Pace.
“Abbiamo scelto un'area ricompresa fra le complanari che resterà abbandonata da qui a cento anni”, ha così risposto il sindaco quando,a consiglio finito,  gli è stato chiesto perché fosse stata scelta quella zona. Poi ha aggiunto: “Quel tipo di intervento, con la realizzazione di una recinzione,  sarà possibile perché prevede la costruzione di un piccolo immobile che ospiterà il custode. L'Eco – centro è un piazzale recintato. Il nostro invito è che la gente porti lì i rifiuti che poi saranno riciclati”. I cittadini, almeno i residenti in zona che ieri sera erano presenti in sala consiliare,  non hanno accolto bene l'idea. A Terzo Cavone c'è la parrocchia che svolge numerose attività (è situata a pochi metri dal punto in cui si farà l'Eco-centro), ci sarà la Città della Pace, c'è la SS 106 che è molto trafficata e ci sono alcune attività commerciali. Questi gli argomenti che dovrebbero dissuadere l'amministrazione dal portare a compimento l'opera, esistente per ora sulle carte. A questi rilievi il sindaco ha risposto: “Ci sono quelli del Cavone, in particolare Pasquale Stigliani (consigliere comunale nel primo Iacobellis, e ieri sera presente in sala fra il pubblico) che hanno votato contro la Città della Pace”.
Sindaco cosa c'entra Pasquale Stigliani? “ Lui è il capopopolo”. E, ha aggiunto: “La Città della Pace sarà anche un centro di ricerca sulle energie sostenibili. L'Eco centro potrebbe essere quindi un fiore all'occhiello in questo senso. Se poi la gestione sarà fallimentare chiudiamo e facciamo una discoteca all'aperto. Quando una persona viene a Scanzano, vede che sui tetti ci sono i pannelli solari, sulla 106 pure perché non avere un eco-centro dove poggiare momentaneamente i rifiuti che diversamente potrebbero essere buttati altrove? Il Cavone purtroppo è diventato una delle più grandi discariche a cielo aperto, si pensi alla ex centrale del latte Rugiada. Se un furgone esce dalla 106, trova l'eco-centro e butta lì le gomme anziché altrove. Se l'eco-centro si facesse in un luogo più periferico come potrebbe essere Andriace chi ci andrebbe? Noi abbiamo scelto un centro accessibile a tutti i cittadini. Certo, l'eco-centro, come ho sentito in consiglio comunale, non si può fare in un luogo raggiungibile a piedi. Significherebbe farlo nel centro urbano, ipotesi che sta fuori dal mondo. Infine sarà l'occasione per metterci tutti (cittadini) alla prova: voglio vedere quanti televisori andranno lì e quanti andranno a finire in pineta”.
Ma perché ha individuato Stigliani come capo popolo? “Lui si occupa di ambiente e pannelli solari. E sia chiaro, è quello che ha votato contro la Città della Pace”, ha aggiunto.
Gianluca Pizzolla

mercoledì 9 maggio 2012

Convocazione del Consiglio comunale per il 10 maggio

Il Consiglio comunale di Scanzano Jonico si riunirà, in sessione ordinaria, nella Sala Consiliare della Sede Municipale il giorno 10 maggio 2012, con inizio alle ore 18,30, in prima convocazione, ed il giorno 11 maggio 2012, con inizio alle ore 18,30, in seconda convocazione, per la trattazione di sette punti all'odg:

1. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente.
2. Riconoscimento per il servizio prestato da agenti della Polizia di Stato presso il
Commissariato di Scanzano Jonico.
3. Rendiconto della Gestione Finanziaria 2011. Conto del Bilancio, Conto Economico e Conto
del Patrimonio. Approvazione – art. 227 del D.Lgs. n. 267/2000.
4. P.O. 2007/2013 Fondo FERS Linea Intervento VII.3.1.A – Raccolta differenziata dei Rifiuti
Solidi Urbani in due sub-ambiti della fascia jonica lucana. Sub-Ambito 2. D.Lgs. n.
302/2002 art. 5 – comma 5. Autorizzazione alla realizzazione di un impianto di raccolta
temporanea di rifiuti in forma differenziata (Ecocentro).
5. Variante alle disposizioni contenute al 3° comma dell’art. 14 della Convenzione urbanistica
delle aree incluse nella Zona omogenea C7. Determinazioni.
6. Regolamento Comunale per l’applicazione della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani interni. Modifica.
7. Gemellaggio tra comune di Scanzano  e città di Pazin. Atto d'indirizzo

sabato 5 maggio 2012

Il Comune di Scanzano Jonico e l'aumento della TARSU

Si riporta uno stralcio della Delibera sull'aumento della tassa sui rifiuti. 

 

Delibera di Giunta Comunale n. 21 del 20.04.2012

 

 Tassa rifiuti solidi urbani. Determinazione tariffe anno 2012

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Delibera

Per i motivi espressi in narrativa:

1. di modificare per le sole categorie  "C1" (abitazione) e "C2" (autorimesse, box privati, depositi e cantine da euro 1,15 a euro 1,50 per l'anno 2012, le tariffe relative alla TARSU, che con questo atto si approvano, cosi come riportato nell'allegato "A" della presente deliberazione che è parte integrante e sostenziale del presente atto;

La delibera integrale può essere consultata direttamente cliccando qui fino al  9 maggio 2012.