"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza" di A. Gramsci.

sabato 18 febbraio 2017

No Oil e non solo: soluzione svedese tutta al femminile




L’attacco contro l’emissioni di anidride carbonica venne annunciato alle Nazioni Unite lo scorso anno dal Primo Ministro svedese  Stefan Lofven. Per rispettare l’impegno il Governo ha costituito una task the force  tutta al femminile guidata dal Ministro per il clima Isabella Lovin
Il Ministro Isabella Lovin e la sua squantra antiemissioni

La decisione è stata presa per migliorare le condizioni ambientali e sanitarie con la consapevolezza di ridurre la dipendenza energetica del gas della Russia. 

L’obiettivo zero emission sarà centrato attraverso l’applicazione di una serie di misure che riguarderanno tutti i settori delle attività produttive e non solo. E’ previsto il taglio dell’85% dell’emissioni e un programma di piantumazione di alberi o di investimenti green all’estero per compensare la rimanente parte. Il Piano suddiviso per quadriennio è stato approvato con il sostegno di tutte le forze politiche ed entrerà in vigore dal 1 gennaio 2018. 

Deposito geologico dei rifiuti radiattivi
Certamente dobbiamo tener presente che circa la metà dell’energia elettrica in Svezia proviene dal nucleare. Una fonte in fase di chiusura per cui è previsto lo stoccaggio dei rifiuti prodotti presso il deposito di Onkalo (tradotto significa posto nascosto) in fase di realizzazione nell’isola di Olkiluoto. Il progetto dovrebbe entrare in funzione nel 2020 ed essere riempito di rifiuti nucleari del Paese entro il 2120. L’opera, prevista per durare 100.000 anni, ci porta in un’altra eternità.

Una esperienza di grande trasparenza e professionalità che le future generazioni svedesi, e non solo, potranno valutare per noi. Lontano dal modello italiano: un sistema nucleare che ha generato qualche kWh di energia e scorie radioattive in cerca di un destino che non troverà mai luogo se verrà imposto come hanno provato a fare a  “Scanzano” .

Quella svedese è una realtà che deve far riflettere sull’irrazionalità presente nei modi di far le cose in alcuni luoghi, in particolare del Mezzogiorno.

Si crede ancora che l’estrazione degli idrocarburi fosse una ricchezza, inconsapevoli del fatto che il mondo è cambiato. 

Si pensa di avere la forza per imporre al territorio il deposito di rifiuti nucleari, ignorando la vita di chi quel territorio lo ha reso fertile.

Diciamocelo, abbiamo ancora molto da imparare dalla civiltà. Un corso di “politica svedese” ai nostri amministratori non farebbe per niente male.

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