L'anniversario della liberazione dal terrore nucleare che nel 2003 si
abbatté su Scanzano Jonico, quando il piccolo centro fu individuato da
quel Governo Berlusconi come ideale per ospitare una cloaca radioattiva.
Poi la reazione decisa e composta di un popolo che ha riconquistato
la sua terra, la dignità proprio “come fecero i padri durante le lotte
contadine”. Ieri sera nella sala consiliare c'erano alcuni dei
protagonisti di quelle giornate (dal 13 al 17 Novembre), l'associazione
ScanZiamo le Scorie, i rappresentanti del mondo dell'informazione che
schierati in prima linea offrirono le cronache di quei giorni e i
retroscena; questi ultimi annunciati, poi smentiti e poi confermati dai
fatti, dalla storia.
C'era il sindaco di Scanzano, Salvatore Iacobellis, che ha parlato
della Città della Pace e delle possibilità di rescita che offrirà.
Progetto sostenuto dalle maggioranze consiliari delle ultime legislature
ma che non ha messo proprio tutti d'accordo, Pasquale Stigliani, ex
consigliere comunale (nel primo governo cittadino Iacobellis) e
militante di ScanZiamo le Scorie ha rinnovato - pungolato dalle domande -
le sue obiezioni in merito. Infine la delusione, espressa senza mezze
parole, da Filippo Mele, cronista della Gazzetta del Mezzogiorno, che ha
seguito e raccontato quei giorni, quelli precedenti al 13 Novembre,
quando arrivò il contenuto in qualche modo paventato e confezionato in
quella ormai famosa “Ansa” che condannò Scanzano, e quelli successivi.
Quando avrebbe voluto una reazione diversa, più sentita, più fitta di
iniziative e momenti di confronto. Per la serie: non si può dimenticare
un po' alla volta una rivoluzione di quella portata. Alla serata hanno
offerto il loro contributo artistico i musicisti della Krikka Reggae;
l'incontro è stato moderato dalla giornalista Angela Mauro.
DONATO NARDIELLO (presidente di ScanZiamo le Scorie)
. “Un'emozione grande, l'associazione vive per mantenere vivo il
ricordo di quelle giornate e a questo compito stiamo assolvendo
egregiamente. L'emergenza nucleare non è finita. L'Enea continua ad
essere un sito attivo, lì ci sono ancora le barre di Elk River. Se ci
sono quelle perché non portare altre barre, questo ci domandiamo”. Sul
rischio trivellazioni preliminari all'estrazione di petrolio nello
Jonio, Nardiello si è così espresso: “ScanZiamo le Scorie è pronta a
fare le barricate. E' un progetto che viene da lontano e si è dato
troppo spazio a 'quelli del petrolio', occorreva muoversi già alcuni
anni fa”.
PASQUALE STIGLIANI (attivista di ScanZiamo le
Scorie). DOMANDA: Si è avverte negli scanzanesi e nei lucani lo spirito
rivoluzionario di quei giorni? RISPOSTA: “A Scanzano quell'esperienza è
ancora viva. Quelle giornate hanno lasciato un segno indelebile. Io
frequento le case di tanti concittadini e vedo ancora esposte le foto di
quelle giornate, tanto basta indipendentemente dalla partecipazione
fisica ad appuntamenti come quello di stasera. In quelle immagini
domestiche, esposte come fossero un qualcosa di sacro, trasuda la
bellezza di quelle giornate”. Sul rischio attuale, Stigliani ha fatto
riferimento al combustibile nucleare presente in Trisaia. “Chi ha
gestito quella vicenda, vista dalla parte sfavorevole per Scanzano e la
Lucania, oggi continua ad essere parte attiva nelle decisioni che
attengono alla materia nucleare. Dirigenti che all'epoca avevano un
ruolo e attualmente ne hanno un altro, sempre di rilievo, e sempre nella
stessa orbita decisionale. Hanno ancora il potere di governo rispetto
al nucleare: le carte sono un po' cambiate ma la sostanza è la stessa,
sono sempre loro a decidere sebbene da postazioni diverse. Questo non ci
tranquillizza, perché come ho spiegato chi decide, benché con ruoli
diversi, sono sempre le stesse persone”. Quanto alla Sogin, ha detto:
“La Sogin fa alchimia. Dovrebbe semplicemente rispettare i tempi così
come aveva già indicato nel crono - programma sei - sette anni fa,
quando si facevano i primi tavoli per la trasparenza. Ad oggi i cask ( i
contenitori che dovrebbero custodire il materiale nucleare in
sicurezza) sono ancora in fase di ri-progettazione e non di
costruzione”.
D: L'associazione aveva lanciato l'idea del centro di documentazione, ci sono novità?
R: “L'idea è ancora viva ma non ci sono fondi per realizzarla, il
lavoro è fatto da volontari. Il centrodocumentazione oltre che
riprendere le giornate di Scanzano, potrebbe contribuire alla
contro-informazione, quella antagonista a chi difende le scelte
nucleari. Spesso i tecnici della Sogin dicono ciò che a loro piace”.
D: La Città della Pace come pietra tombale a qualsiasi appetito
nucleare, lei come la vede. Ha fatto il consigliere comunale, prima in
maggioranza, poi opposizione nella stessa legislatura, e ha votato
contro quella decisione.
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Scanzano J.co - Terco Cavone - Campo Base, 18 nevembre 2003 |
R: “La motivazione che ho fornito è agli atti del Consiglio comunale
oltre che sul mio blog. Ancora oggi sono convinto che quella scelta sia
la più sbagliata che si potesse fare. Scanzano ha il bisogno di
manifestare il senso reale di quella protesta e ciò avrebbe dovuto
essere fatto attuando un recupero della ex centrale del Latte.
Quell'edificio, utilizzando fondi regionali, doveva essere un centro di
creatività e il comune avrebbe dovuto muoversi in quella direzione. I
fondi sono stati stanziati con il progetto 'Visioni Urbani' a Marconia
di Pisticci è stato rimesso a nuovo un edificio abbandonato. Stessa cosa
in altri comuni lucani. Prima si andò in questo senso po i la sterzata
improvvisa con la lottizzazione dell'area. Tutto ciò a Scanzano non
serviva. Se avessimo fatto della ex centrale del Latte Rugiada un
laboratorio di creatività a quest'ora avremmo avuto un'attività
concreta e non una struttura di cemento armato non ultimata”.
FILIPPO MELE (Giornalista Gazzetta del Mezzogiorno). D: Cosa è rimasto di quelle giornate?
R: “Non è rimasto nulla. E di questa cosa sono molto deluso. Se non
fosse per le iniziative di ScanZiamo le Scorie – che anche loro pian
piano si sono affievoliti, si sono ridotti di numero, di impegno perché
ognuno ha il suo lavoro, le sue occupazioni – qui quest'anno, a nove
anni dalla battaglia, non sarebbe successo nulla”.
D: L'obiezione che le potrebbe essere rivolta è che criticare è
semplice, la sua proposta quale sarebbe per rinverdire quei ricordi,
quelle emozioni?
R:“Ho proposto ogni anno con i mezzi che ho a disposizione (sono
apparsi diversi articoli su La Gazzetta del Mezzogiorno) iniziative
forti come il cambio del nome del paese, da Scanzano Jonico a Scanzano
della Battaglia. Istituire la via Dell'Antiscorie, oppure la via del
Campo Base; chiedere agli agricoltori la possibilità di mettere a
disposizione i muri delle palazzine affinché i pittori potessero
dipingere ciò che gli veniva in mente di quelle giornate, un modo per
ricordare attraverso l'arte. Inaugurare e riproporre ogni anno, nei 14
giorni della battagli, il Festival dell'Antiscorie a Scanzano con una
iniziativa culturale di spessore ogni sera: concerti, presentazione di
libri, incontri con gli autori, incontri con i giornalisti. Molte di
queste proposte hanno trovato il sostegno di Pasquale Stigliani e del
professor Scalia. Dare a quelle giornate l'importanza che meritano. Ho
sempre detto che i nostri genitori hanno conquistato le terre che oggi
abbiamo con la battaglia e noi, quelle terre, le abbiamo difese
dall'aggressione delle scorie. Le giornate di Scanzano del 2003 hanno la
stessa dignità delle Lotte contadine”.
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Città della pace con annessa lottizzazione. |
SALVATORE IACOBELLIS (sindaco di Scanzano). Dopo
nove anni cosa è rimasto da quel 2003, lo spirito rivoluzionario è vivo
negli scanzanesi, nei lucani? “Sicuramente c'è più consapevolezza nei
propri mezzi. Non essere all'iniziativa che ricorda quei giorni non è
segno di oblio di quelle giornate perché chi doveva esserci in quei
giorni ha dimostrato di tenere alla causa e di fare ciò che andava
fatto; poi si è tornati agli impegni quotidiani ma sicuramente nessuno
ha perso quello spirito”.
D: La città della Pace, vista la linea accolta dalla maggioranze che
si sono susseguite nelle ultime legislature da lei guidate, dovrebbe
essere la pietra tombale di qualsiasi nostalgia nucleare, ci sono
sviluppi rispetto al progetto?
R: “Il progetto va avanti. L'edificio, nonostante tutte le difficoltà
legate alla contingenza economica, ai limiti imposti dal patto di
stabilità, cresce. La conquista è aver trasformato quella zona da
estrattiva a zona agricola. L' ci sarà la Città della Pace ma anche lo
sviluppo turistico. Per Terzo Cavone, quella minaccia è ormai solo un
ricordo”..
D: L'Associazione ScanZiamo le Scorie ha lanciato sin dall'inizio
l'idea di un Centro di Documentazione, come si concilia questa idea con
il progetto complessivo Città della Pace?
R: “Lo spazio è enorme, le opportunità anche nel campo della ricerca
ambientale saranno molteplici. Non si farà solo accoglienza. L'idea di
ScanZiamo le scorie di intona bene con quanto previsto”.
Articolo di [GianPi] dal Metapontino.it Ultima modifica ore 10,06 - 28 Nov 2012