Dopo il parere delle Regioni, il decreto sul quinto Conto energia è in fase di ultimazione al ministero dello Sviluppo economico. Pasquale Stigliani, di Scanzano Energia Ambiente, sottolinea i rischi di una delle proposte di modifica uscite dalla Conferenza Unificata di mercoledì.
Anche se
complessivamente possiamo giudicare positivo il parere delle Regioni,
elaborato in esito alla Commissione Politica congiunta
energia-ambiente-agricoltura, sullo schema di Decreto recante “Nuova
disciplina delle modalità di incentivazione per la produzione di energia
elettrica da fonte fotovoltaica da applicarsi successivamente al
raggiungimento dei costi annui degli incentivi indicati dall'articolo 1,
comma 2 del D.M. 5 maggio 2011", da una rilettura abbiamo riscontrato
che alcune proposte di modifica dello schema, seppur non definite
imprescindibili nel parere delle Regioni, quindi non considerate tra le
condizioni necessarie per esprimere parere favorevole, segnalano al
legislatore la volontà di limitare fortemente lo sviluppo del
fotovoltaico in agricoltura, rendendo difficoltoso l'accesso al
beneficio del conto energia.
Infatti
tra le tante giuste proposte, all'articolo 5 comma 2 il parere delle
Regioni chiede che “Per l'accesso al beneficio di cui al presente comma,
le serre a seguito dell'intervento devono presentare un rapporto tra la
proiezione al suolo della superficie totale dei moduli fotovoltaici
installati sulla serra e della superficie totale della copertura della
serra stessa non superiore al 30%; negli altri casi le serre non
accedono alla tariffa.” Questa formulazione, oltre a non considerare
l'esistenza di impianti già autorizzati che si troverebbero costretti a
perdere il lavoro impiegato, è in contrasto con la proposta avanzata
dallo stesso Governo in cui si considerano le serre fotovoltaiche che
non presentano il rapporto indicato come altri casi che accedono
ugualmente alle tariffe individuata nella tipologia di “altri impianti”.
Se fosse accolta
la proposta delle Regioni si penalizzerebbero in particolare le imprese
del settore agricolo, che potrebbero utilizzare tra i fattori produttivi
della loro azienda la struttura della serra fotovoltaica per
valorizzare la capacità produttiva, ma non solo.
Si
rischia di generare per l'ennesima volta un nuovo caos del settore
costringendo gli operatori a ricorrere con azioni legali e ad aprire
numerosi contenziosi.
Infatti
è il caso di ricordare che già con il precedente IV conto energia il
legislatore con l'articolo 14 comma 2 aveva introdotto novità nella
realizzazione dato che “le serre a seguito dell'intervento devono
presentare un rapporto tra la proiezione al suolo della superficie
totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e della superficie
totale della copertura della serra stessa non superiore al 50%”,
provocando conseguentemente numerosi ricorsi su questo argomento
specifico. Precisamente, al momento, il contenzioso è ancora aperto, il
T.A.R. del Lazio ha sospeso con l'ordinanza n. 2890/11 proprio la parte
del IV conto energia sul fotovoltaico che riguarda i requisiti di
idoneità degli impianti su serre. Secondo il Tribunale l'applicazione di
questo criterio a impianti per i quali sia già stata rilasciata
l'autorizzazione sulla base della precedente normativa “appare
irragionevole e lesiva degli interessi per gli aspetti connessi al
finanziamento dell'opera”. Seppur in attesa dell'udienza fissata l'11
luglio 2012 per l'emanazione di un primo giudizio definitivo,
l'ordinanza scardina un tassello del decreto ministeriale verso il
riconoscimento della tutela dei diritti acquisiti. Un riconoscimento che
verrebbe nuovamente minato nel caso di un accoglimento da parte del
Governo della proposta delle Regioni, costringendo nuovamente gli
operatori agricoli a difendersi con azioni legali per evitare di essere
privati di un'opportunità.
Una
danza nel segno nell'incertezza che, come per il caso delle connessioni
alla rete elettriche disciplinate dal TICA, non aiuta lo sviluppo del
settore delle fonti energetiche rinnovabili. In una nazione nella quale
la crescita economica e sociale è già fortemente in pericolo, al fine di
evitare altri danni sarebbe necessario dare certezze.
Infine,
ritengo utile segnalare che per rendere più funzionale la coltivazione
di una serra fotovoltaica l'approccio del rapporto superficie di
copertura con quella dei moduli è un metodo sbagliato dal punto di vista
progettuale della struttura che non garantisce gli aspetti di
coltivabilità. Sarebbe più razionale individuare un rapporto che tenga
conto anche della trasparenza dei moduli che permetterebbe non solo la
sostituzione di materiali plastici o del vetro ma in particolare di
garantire una maggiore quantità di luce all'interno della serra
fotovoltaica, fondamentale per ampliare la capacità di coltivazione e
l'utilizzo agricolo del terreno.
Pubblicato su Staffetta Quotidiana dell'11 giungo 2012
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